Cos’è la Pedagogia della Gioia
Forse non hai mai sentito parlare di Pedagogia della Gioia® , è un metodo nuovo che si basa sulla Scienza della Felicità applicata in ambito educativo e su cui sto proponendo due corsi che stanno avendo grande successo: un corso di formazione per insegnanti e formatori ed uno rivolto ai genitori.
La Pedagogia della Gioia® attinge ad una serie di strumenti espressivi che ho testato personalmente acquisendo e maturando consapevolezza in 20 anni di esperienza con i bambini, a scuola e nei più svariati contesti.
E’ qualcosa di cui si sente molto il bisogno, è un metodo che ho strutturato, di cui ho registrato il marchio e che sto divulgando con il grande entusiasmo degli insegnanti e genitori che partecipano alle mie formazioni.
La metodologia vuole condurre il docente a guardare dentro di se. Molti, in alcuni momenti della carriera, si trovano nella condizione di doversi rinnovare e ritrovare la propria passione, il proprio talento. Questi momenti sono delle preziose occasioni per ri-cominciare. In quest’ottica la Pedagogia della Gioia vuole restituire agli insegnanti il loro valore e far scattare la molla per dare ogni giorno il meglio di se.
Ovviamente il fulcro di questa metodologia è la gioia, un sentimento che si presenta come manifestazione dell’anima, che va conosciuto, riconosciuto e praticato nelle azioni quotidiane per evitare che le azioni quotidiane perdano di significato.
La Pedagogia della Gioia vuole stimolare l’espressione dei sentimenti provati dai bambini e dare agli educatori strumenti per la creazione di un canale privilegiato con loro per raggiungerli e soprattutto per riuscire ad avvicinarsi a loro.
Se i bambini imparano con gioia e curiosità questo incide positivamente sulla loro memoria, e lo afferma anche Daniela Lucangeli (celeberrima Professoressa in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo presso l’Università di Padova): “le nozioni che i bambini imparano a scuola, o in altri ambiti formativi, sono fortemente legate alle emozioni.”
Se invece i bambini o gli studenti si trovano a dover imparare con paura, ansia e noia si attiva un messaggio di allerta. La reazione istintiva della mente anche in campo scolastico, quando ci sono delle emozioni negative, è: scappa, perché rischi di farti male.
Quando la scuola crea questo cortocircuito negativo, allora gli studenti non riescono nell’apprendimento. Sfruttando invece tecniche stimolanti e creative, gioiose, la parte emotiva positiva aiuta a migliorare gli stimoli e offre la giusta apertura mentale.
Oggi è quanto mai fondamentale che il mondo di adulti (e degli adulti di domani) sia capace di attingere ad un patrimonio educativo basato sulla gioia e sulle soft skills, basti pensare che:
- secondo l’OMS la depressione è oggi la malattia più diffusa nella popolazione
- l’innovazione tecnologica sta spazzando via tante professionalità basate su competenze acquisite negli studi, e nelle aziende, lo vedo anche in qualità di formatrice, è sempre più forte l’esigenza di rinforzare le soft skills, la capacità di lavorare insieme, di negoziare e un senso di identità perché sono un’ancora di fronte al cambiamento.
Detto ciò è importante pensare bene all’offerta educativa da rivolgere ai bambini: non solo un percorso educativo a livello di interezza dello sviluppo cognitivo ma anche e soprattutto un percorso affettivo e sociale, senza che questi siano considerati slegati da altre competenze, perché, forse, saranno quelli che aiuteranno maggiormente i bambini nella loro vita adulta, a tutto tondo, e nella loro realizzazione come persone.
Detto ciò la Pedagogia della Gioia vuole descrivere un’area di competenze da sviluppare nei bambini, sia per aiutarli nell’apprendimento oggi, che per aiutarli a vivere meglio il domani.
Le ricerche scientifiche hanno definito come il sorriso sia uno dei meccanismi innati di Join Attention, ossia in grado di attivare l’attenzione condivisa tra le figure significative che si osservano. Questo determina dunque come sia importante il sorriso nella relazione tra il docente e il formatore con il suo studente per creare un’alleanza educativa.
La ricerca infatti ha evidenziato come il sorriso utilizzato per incoraggiare, accompagnare o anche rimproverare suscita negli studenti una più ampia sollecitazione dell’apprendimento di specifiche competenze.
Sottoposti a test di vario tipo, gli studenti e i bambini seguiti attraverso gesti che inneggiano alla gioia e al sorriso, presentano un miglior grado d’intelligenza, lettura, attenzione, motivazione e conseguono risultati ottimali in ambito accademico.
Secondo una ricerca i bambini di tre-sei anni ridono fino a 300 volte al giorno. I più piccoli usano la risata per riuscire a relazionarsi, a comunicare, far comprendere e godere delle esperienze che vivono.
Se la pratica di ridere si è mantenuta a livello fisiologico nel mondo umano è perché ha una valenza di utilità legata alla sopravvivenza della nostra specie. E’ scientificamente dimostrato che introdurre pratiche positive ha effetti positivi anche a livello fisico:
- i neuroscienziati di Harward hanno denotato come la risata sia in grado di attivare il sistema dopaminergico, ossia quello in grado di comandare il cervello di modificare le strutture bioelettriche che stimolano la reazione del sistema immunitario.
- sono numerosi gli studi sugli effetti della risata sul sistema dell’intestino e del suo microbioma, indispensabile per le difese immunitarie dell’organismo contro eventuali aggressioni esterne.
Ridere è dunque un meccanismo che da milioni di anni dunque ha effetti positivi per la salute, soprattutto in occidente stiamo dimenticando come si ride perché sopraffatti da stress, ansie e preoccupazioni.
Sarebbe bello se a livello internazionale si fissasse un obiettivo, sul modello di quello per la sostenibilità ambientale: ad esempio riportare entro il 2050 un maggiore livello di benessere delle persone, magari misurandolo con la frequenza delle risate, oppure misurando il calo del livello di depressione e di ricorso a psicofarmaci.
Sarebbe il caso di pensarci già oggi, educando gli adulti di domani ad individuare le priorità dell’esistenza.
Attività previste dalla Pedagogia della Gioia
Ponendo al centro il bambino, con le sue esigenze specifiche del periodo evolutivo che sta vivendo, la metodologia fornisce un repertorio di dinamiche tratte dai linguaggi non verbali:
- Musicoterapia e il gioco musicale
- l’espressività corporea
- il clupping e la body percussion
- lo yoga della risata
- la meditazione.
Gli insegnanti, gli educatori, i genitori hanno già risorse e strumenti positivi, la Pedagogia della Gioia vuole stimolarli a sentire il potere positivo che possono avere nel rapporto con i loro bambini per favorire nuove abitudini positive che favoriscano qualità educativa, soprattutto laddove ci sono presenti delle problematiche o delle fatiche: si può dare libero spazio alla creatività, trovando nuove soluzioni, attingendo all’espressività vocale e corporea.
La pedagogia della gioia e le sue applicazioni sono rivolte a tutti gli insegnanti nell’ambito della scuola dell’infanzia, della scuola primaria, del settore educativo quali operatori sociali, animatori, pedagogisti, psicologi che lavorano con i bambini e le loro famiglie, ma anche per chi insegna musica, arte, danza, sport e yoga.
Pedagogia della Gioia per l’Educazione in Famiglia
Ovviamente la pedagogia della gioia non vede la sua applicazione solo in ambito didattico ma può essere di supporto anche per i genitori e le famiglie con bambini.
Essere genitori è un percorso lungo e ricco di ostacoli, ma è un processo in divenire che può darci grandi sorprese. Non s’impara ad essere genitori in un giorno e spesso ci si può trovare in difficoltà nell’aiutare il proprio bambino ad essere felice, socievole, emotivamente stabile, sereno e anche più prepositivo e libero dallo stress d’imposizioni specifiche.
L’uso dei linguaggi non verbali e creativi possono aiutare i genitori nell’educazione dei propri figli e anche nell’impartirgli specifici insegnamenti.
Il progetto della Pedagogia della gioia può fornire spunti e un repertorio di attività da proporre in ambito familiare per aiutare il bambino a padroneggiare i sentimenti e la loro espressione.
I bambini hanno bisogno di sentirsi liberi di esprimere le proprie emozioni e imparare anche a gestirle in modo sereno e gioioso. Avere un ambito famigliare sereno aiuta i bambini a crescere meglio e sentirsi più protetti e anche più stimolati a seguire le loro passioni.
Il supporto di un esperto nel campo della pedagogia della gioia aiuta le famiglie a migliorare la capacità di lettura del bambino, e lo si sostiene in una crescita più felice e serena. Una buona educazione è ideale per le famiglie che vogliono attivare all’interno del loro nucleo una vera riflessione educativa sfruttando anche la spontaneità unica dei bambini.